Archivio annuale 2018

DiSamantha Chichi

Le persone al centro dell’organizzazione: moda o strategia vincente?

Non esiste miglioramento sostenibile senza coinvolgimento! Le organizzazioni non sono fatte solo di macchine ma anche di persone. Essere capo significa guidare e non imporre! L’ingaggio diretto delle persone è uno degli ingredienti per assicurare il mantenimento!

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DiSamantha Chichi

Competitività nel manufacturing? Le 15 parole chiave

In questi ultimi anni, il mondo del Manufacturing, e delle Operations più in generale, sta vivendo trasformazioni profonde volte al recupero di marginalità per poter competere in un mercato sempre più aggressivo. La ricerca di competitività, infatti, non è più caratteristica peculiare del mondo automotive, ma è diventato un requisito di base per poter essere leader in qualsiasi settore, anche in quelli che presentano maggiore marginalità.

Come si fa a garantire competitività?

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DiSamantha Chichi

Industry 4.0 a servizio delle Operations oppure Operations a servizio delle nuove tecnologie?

Industry 4.0 è definita in Wikipedia come << una tendenza dell’automazione industriale, che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti>>.

Miglioramento delle performances, dunque, al centro delle tecniche e degli strumenti della Industry 4.0.

Una tendenza in linea con quelle che sono le esigenze di oramai tutte le aziende manifatturiere e non, che si trovano a dover competere all’interno di un mercato sempre più competitivo, in cui il cliente è diventato una figura attiva, che pretende qualità a prezzi concorrenziali.

Da esperta delle tecniche di Lean Production e assoluta sostenitrice della loro efficacia all’interno delle Operations aziendali, devo ammettere che ho avuto bisogno di un po’ di tempo per “metabolizzare” il concetto.

Infrastrutture informatiche e automazione sono due concetti che non riuscivo ad associare con facilità ad alcuni dei principi portanti della filosofia Lean, in cui, invece, mi ritrovo a pieno. Leggi tutto

DiSamantha Chichi

Cost Deployment: la bussola di un percorso tortuoso e pieno di insidie

Il Cost Deployment è uno dei pilastri del World Class Manufacturing, ed è quello che parte sempre per primo (o almeno dovrebbe farlo), in quanto ha la funzione di indirizzare le azioni di miglioramento.

E’ la bussola del WCM: perché è definito così?

Perché ogni singolo miglioramento, ogni progetto che l’organizzazione decide di portare avanti, dovrebbe nascere a seguito dell’ indicazione del Cost Deployment che, sulla base di un percorso ben preciso definito in 7 step, è in grado di identificare le perdite dell’organizzazione e definire la priorità con cui attaccarle. Bussola, quindi, perché indirizza sempre verso quelle perdite che, se attaccate con priorità, garantiscono convenienza per l’azienda. Leggi tutto

DiSamantha Chichi

Variabilità delle performances? No grazie: la standardizzazione nella fase A=ACT del PDCA

La fase ACT é l’ultima delle 4 fasi del ciclo di Deming, il cosiddetto PDCA. Ricordiamo che il PDCA rappresenta li logica corretta con cui affrontare i problemi focalizzati della tua organizzazione, al fine di garantire vera redditività, migliorando gli indicatori in modo sostenibile. Per maggiori informazioni in merito, si rimanda ai seguenti articoli: Il PDCA: in cosa è veramente “diverso”? ; Il cuore del PDCA in 7 passi: la fase PLAN ); La fase D=DO del PDCA : le 4 cose da non fare); Il C=CHECK del PDCA: risultati raggiunti?

Se la fase PLAN é il cuore del PDCA, la fase ACT é il cervello. É quella, infatti, che garantisce il mantenimento dei risultati nel tempo.

Completare un progetto di successo non significa solo raggiungere il risultato atteso, ma garantire il suo mantenimento nel tempo. Leggi tutto

DiSamantha Chichi

Il C=CHECK del PDCA: risultati raggiunti?

La fase C = CHECK è la 3^ fase del ciclo di Deming, anche detto PDCA, che rappresenta la logica corretta con cui affrontare i problemi focalizzati della tua organizzazione, al fine di garantire vera redditività, migliorando gli indicatori in modo sostenibile.

Se ti avvicini per la prima volta a questi contenuti e non hai letto i precedenti articoli, ti consiglio di fare un passo indietro e di iniziare dal primo, quello che introduce la logica del PDCA (Il PDCA: in cosa è veramente “diverso”?), procedendo con i 2 successivi articoli di approfondimento rispettivamente della fase PLAN, il 1^ ( Il cuore del PDCA in 7 passi: la fase PLAN ) e della fase DO il 2^(La fase D=DO del PDCA : le 4 cose da non fare).

Check significa controllo, inteso come verifica. Tale fase, infatti, è quella in cui andiamo a verificare se le azioni implementate precedentemente  hanno sortito l’effetto desiderato, ovvero se stiamo veramente attaccando le cause radice. Leggi tutto

DiSamantha Chichi

La fase D=DO nel PDCA: le 4 cose da non fare!

A fine Gennaio ci siamo lasciati con l’intento di sviscerare le 4 fasi del PDCA, per comprendere meglio quella che è la logica corretta con cui affrontare i problemi focalizzati della tua organizzazione, al fine di garantire vera redditività , migliorando gli indicatori in modo sostenibile ( Il PDCA: in cosa è veramente “diverso”?).

L’articolo della scorsa settimana  ha riscosso molto successo. Vi devo ringraziare per i numerosi feedback ricevuti: scrivendolo, lo avevo trovato un po’ pesante, ma non sono riuscita a fare altrimenti vista la necessità di essere il più possibile esaustiva. Ed effettivamente mi avete confermato che quanto scritto è stato apprezzato, per la completezza e per la chiarezza. Ottimo!

Oggi parliamo della 2^ fase del ciclo di Deming , quella del DO.

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DiSamantha Chichi

Il cuore del PCDA in 7 passi: la fase PLAN.

La scorsa settimana abbiamo parlato del PDCA e di quale sia la sua forza rispetto alla modalità con cui, normalmente, affrontiamo i problemi quotidiani che ci causano perdite economiche. A tal scopo rimando all’articolo Il PDCA: in cosa è veramente “diverso”?

Oggi parliamo della 1^ fase del ciclo di Deming , quella del PLAN, il cuore dell’approccio di un problem solving efficace. A mio avviso è la fase più critica, quella che se non affrontata con la serietà e il rigore che merita, può mettere a repentaglio il successo dell’intero progetto.

L’obiettivo di oggi è vedere nel dettaglio di cosa si tratta, e quali strumenti possiamo utilizzare per massimizzarne l’efficacia. Quello che segue è, quindi,  un articolo molto tecnico, per i soli “addetti ai lavori”. Non iniziate a leggerlo, dunque, se non siete proprio interessati a provare ad applicarlo: rischiereste di addormentarvi a metà strada! ((-:

Buona lettura, dunque. Leggi tutto

DiSamantha Chichi

Il PDCA: in cosa è veramente “diverso”?

L’articolo di oggi è dedicato a Christian, un follower di kikioperations che mi ha chiesto di aiutarlo a capire che cosa sia il PDCA e le logiche che stanno alla base della sua applicazione. Partiamo, dunque, dalla sua definizione.

Il PDCA,  anche detto ciclo di Deming dalle teorie del Dott. W. Edwards Deming  risalenti al 1986, è un argomento molto affrontato in rete, ed è generalmente classificato come uno strumento / metodo applicato alla risoluzione dei problemi di qualità. Il nome è un acronimo formato dalle iniziali delle 4 fasi che lo caratterizzano: Plan, Do, Check, Act.

La mia definizione di PDCA è la seguente Leggi tutto

DiSamantha Chichi

Miglioramento continuo verso cost reduction: i 7 errori da non commettere mai

<< Servono progetti di cost reduction e non programmi di miglioramento continuo>>

Sono passati oramai molti anni da quando, nel gennaio 2007, ho conosciuto il mondo del miglioramento continuo. In questi 10 anni ho incontrato moltissime persone, moltissimi manager che, più o meno “spontaneamente” si sono ritrovati nella necessità di implementare programmi di miglioramento, di WCM piuttosto che del proprio sistema di miglioramento.

Se dovessi rappresentare, con una sola parola, il loro primo approccio al miglioramento, il feeling provato di fronte al loro incontro con la metodologia, utilizzerei il termine scetticismo. Sentimento certamente comprensibile in una fase iniziale: è sempre difficile mettere in dubbio ciò che si fa, come lo si fa, quando la prospettiva è qualcosa di completamente sconosciuto che sembra anche essere complesso.

Negli anni ho capito quanto, oltre che comprensibile, lo scetticismo sia comune e , soprattutto, una reazione normale che, oggi con un po’ più di esperienza, assocerei alla resistenza al cambiamento.

Ciò che, invece, non sono mai riuscita a comprendere è come sia possibile che, dopo anni di implementazioni, ci siano manager che ricerchino ancora consulenti per attivare <urgenti programmi di cost reduction>.

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