La scorsa settimana abbiamo parlato del PDCA e di quale sia la sua forza rispetto alla modalità con cui, normalmente, affrontiamo i problemi quotidiani che ci causano perdite economiche. A tal scopo rimando all’articolo Il PDCA: in cosa è veramente “diverso”?
Oggi parliamo della 1^ fase del ciclo di Deming , quella del PLAN, il cuore dell’approccio di un problem solving efficace. A mio avviso è la fase più critica, quella che se non affrontata con la serietà e il rigore che merita, può mettere a repentaglio il successo dell’intero progetto.
L’obiettivo di oggi è vedere nel dettaglio di cosa si tratta, e quali strumenti possiamo utilizzare per massimizzarne l’efficacia. Quello che segue è, quindi, un articolo molto tecnico, per i soli “addetti ai lavori”. Non iniziate a leggerlo, dunque, se non siete proprio interessati a provare ad applicarlo: rischiereste di addormentarvi a metà strada! ((-:
Buona lettura, dunque. Leggi tutto
L’articolo di oggi è dedicato a Christian, un follower di kikioperations che mi ha chiesto di aiutarlo a capire che cosa sia il PDCA e le logiche che stanno alla base della sua applicazione. Partiamo, dunque, dalla sua definizione.
Il PDCA, anche detto ciclo di Deming dalle teorie del Dott. W. Edwards Deming risalenti al 1986, è un argomento molto affrontato in rete, ed è generalmente classificato come uno strumento / metodo applicato alla risoluzione dei problemi di qualità. Il nome è un acronimo formato dalle iniziali delle 4 fasi che lo caratterizzano: Plan, Do, Check, Act.
La mia definizione di PDCA è la seguente: Leggi tutto
Sono passati oramai molti anni da quando, nel gennaio 2007, ho conosciuto il mondo del miglioramento continuo. In questi 10 anni ho incontrato moltissime persone, moltissimi manager che, più o meno “spontaneamente” si sono ritrovati nella necessità di implementare programmi di miglioramento, di WCM piuttosto che del proprio sistema di miglioramento.
Se dovessi rappresentare, con una sola parola, il loro primo approccio al miglioramento, il feeling provato di fronte al loro incontro con la metodologia, utilizzerei il termine scetticismo. Sentimento certamente comprensibile in una fase iniziale: è sempre difficile mettere in dubbio ciò che si fa, come lo si fa, quando la prospettiva è qualcosa di completamente sconosciuto che sembra anche essere complesso.
Negli anni ho capito quanto, oltre che comprensibile, lo scetticismo sia comune e , soprattutto, una reazione normale che, oggi con un po’ più di esperienza, assocerei alla resistenza al cambiamento.
Perché sono molto poche le aziende che sono riuscite ad ottenere un successo simile a quello raggiunto da Toyota nonostante la diffusione delle tecniche TPS?
Un numero sempre crescente di realtà di successo riconosce che i maggiori problemi avuti nel loro percorso verso una trasformazione lean risiedono nella diffusione e nella sostenibilità del miglioramento all’interno di tutta l’organizzazione. Molto spesso le numerose attività fatte rimangono esercizi di applicazione del metodo. Progetti che, se pur di successo, non riescono a espandersi all’interno dell’organizzazione per creare la “cultura lean”.
Ecco quello che manca: cultura dell’organizzazione, di tutte le persone, di ciascuna di esse, indipendentemente dalla funzione, dal ruolo, dal livello. Dunque la domanda è: come creare la propria cultura lean, andando oltre alla semplice esecuzione dei progetti di miglioramento? Leggi tutto
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in Wikipedia e nella definizione che viene data al World Class Manufacturing. Non potevo credere ai miei occhi: una quantità incredibile di termini complessi, di acronimi e di paroloni per lo più inglesi. Una definizione certamente poco lean!
Chi mi conosce sa quanto io tenga all’argomento, soprattutto al significato e alle logiche che stanno dietro al World Class Manufaturing (WCM). Credo fermamente nella sua forza e nella sua efficacia ma, come per altri programmi di miglioramento, è fondamentale comprenderlo per applicarlo. Usare strumenti o creare tabelloni senza capirne il significato, beh…. questo ha poco senso. Dal mio punto di vista è fare un bel “esercizio di stile” che porterà ben pochi risultati tangibili.
Ci tengo, dunque, a darvi nelle prossime righe un’idea di quello che per me rappresenta il World Class Manufacturing e del perché credo così tanto nella sua forza.